HomeCoinvolgere bambine e bambini in tutti i processi decisionali che li riguardano, a partire dalla scuola (ma non solo)

Coinvolgere bambine e bambini in tutti i processi decisionali che li riguardano, a partire dalla scuola (ma non solo)

Coinvolgere bambine e bambini in tutti i processi decisionali che li riguardano, a partire dalla scuola (ma non solo)

Figli da accudire, nipoti da viziare, studenti a cui insegnare. Nel senso comune spesso i bambini e le bambine vengono considerati come oggetto di un discorso più che come soggetti con una propria voce e capacità di azione. Lo stesso rischia di accadere ancora in alcune politiche pubbliche, dove i bambini diventano oggetto di preoccupazione, oggetto di protezione, oggetto di intervento da parte di adulti e istituzioni governate da adulti. La conseguenza in questi casi è sempre quella di parlare solo dei bambini, senza prima parlare con i bambini

Qualcosa di simile accade ad altre categorie sociali. Persone con background migratorio, persone in povertà estrema, persone giovani e/o persone con disabilità spesso faticano a essere riconosciute come protagoniste delle decisioni che le riguardano personalmente – ma ricevono soltanto lo sguardo affettuoso, paternalista e un po’ infantilizzante di chi sviluppa per loro soluzioni calate dall’alto verso il basso. Come già per loro, forse potremmo dire che anche bambine e bambini oggi vengono “infantilizzati”. Non fosse che questa parola nasce proprio dalla sostanziale incapacità che gli viene attribuita!

Infantilizzare
v. tr. Far regredire qualcuno allo stato infantile, considerarlo sprovvisto di capacità critica.

(Treccani)

E allora come fare a non infantilizzare bambine e bambini, riconoscendogli però il diritto di rimanere bambine e bambini e vivere la propria infanzia? La nostra risposta è semplice: restituendo loro la parola. Considerandole persone con un proprio punto di vista unico e complesso, da ascoltare e comprendere per dare nuovo valore a ogni processo e decisione.

Lo diceva già nel 1989 la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino, che riconosce il “diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano” e individua per gli adulti il corrispondente “dovere di tenerne in adeguata considerazione le opinioni”.

Lo stesso approccio si trova anche nelle “Linee guida per la partecipazione di bambine e bambini e ragazze e ragazzi”, adottate di recente dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Secondo l’Osservatorio, obiettivo fondamentale per tutelare i diritti dei minori è “diffondere l’educazione all’ascolto dei bambini e dei ragazzi e la cultura della loro partecipazione, al fine di renderla un elemento intrinseco di tutti i processi decisionali che li riguardano”.

“La mancanza di opportunità costruttive in giovane età è un problema perché priva il mondo degli adulti e la società del potenziale generativo che i bambini e i ragazzi possono offrire.”

(Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza)

Ma per ascoltare bambine a bambini non basta volerlo fare: serve anche sapere come si fa. La nostra professione ci ha insegnato che per ascoltare qualcuno non basta aprire gli spazi – ma serve studiare in modo continuativo gli strumenti, i contesti e i processi più adatti a favorire la piena partecipazione attiva di tutti e tutte. Bambine e bambini inclusi.

Lo abbiamo fatto nell’estate del 2020 con il progetto “Ricreazione”, ascoltando complessivamente 36 persone dai 6 ai 16 anni per identificare i bisogni educativi e di socialità a cui il lockdown e la pandemia non trovavano più risposta. Una sfida importante e complessa, che ha reso necessario disegnare strumenti di ascolto ad hoc per avvicinarci con delicatezza a un vissuto così doloroso.

foto di Sociolab

Ascoltare i bambini come parte attiva del vivere sociale non è soltanto una scelta di inclusione, ma è anche estremamente utile a prendere decisioni informate. Secondo l’approccio del design thinking, le persone che fruiscono di un servizio sono portatrici di esperienze fondamentali per una progettazione efficace e sono esperte delle proprie esigenze. Guardare a bambine e bambini come fruitori di servizi educativi e scolastici significa allora riconoscerli come veri e propri portatori di interesse – persone esperte di educazione e di scuola.

foto di Sociolab

Lo abbiamo visto bene nel 2021 con “Scuola Aperta Città che Educa”, il percorso di ascolto e attivazione della comunità educante voluto dall’Istituto Comprensivo Rossella Casini di Scandicci. Il percorso ha preso le mosse proprio dall’ascolto di studenti e studentesse, per capire come il lockdown e i mesi successivi avessero cambiato il loro modo di vivere gli spazi scolastici. È a partire dal loro punto di vista che sono state co-progettate nuove soluzioni per l’Istituto, maturando l’idea di sperimentare l’introduzione di meccanismi di elezione dei rappresentanti di classe per la scuola media.

“Il mondo della didattica interessa direttamente bambini e bambine, ed è sicuramente un luogo in cui è prioritario portare la loro viva voce. Ma non è l’unico!”

Il mondo della didattica interessa direttamente bambini e bambine, ed è sicuramente un luogo in cui è prioritario portare la loro viva voce. Ma non è l’unico! Nella nostra esperienza ci siamo accorte di come il punto di vista di persone minorenni possa essere prezioso anche per sviluppare politiche in altri  ambiti. Il loro punto di vista può essere prezioso e deve essere preso in considerazione anche per sviluppare politiche in altri ambiti. È il caso ad esempio di esperienze di urbanistica come “Prato al Futuro” o “Sesto Poi”, in cui ci è stato chiesto di coinvolgere bambini e bambine nel dialogo sui Piani Operativi della propria città.

Che cos’altro hanno da dire bambini e bambine sui processi che li riguardano? Si può portare il loro sguardo in altri luoghi decisionali che li riguardano, meno tipicamente associati all’infanzia e all’adolescenza? A tre anni dalla pandemia, questa domanda ci interessa ancora. Cerchiamo realtà e organizzazioni che vogliano trovare questa risposta insieme a noi!